Patto diplomatico europeo contro la Bielorussia

A Bruxelles, i 27 ministri degli esteri dell’Unione europea hanno concordato di ampliare l’ambito delle sanzioni contro la Bielorussia. Ci sono stati quattro round di sanzioni incentrati sulla repressione del regime contro i manifestanti anti-governativi.

Ora, però, l’UE può sanzionare aziende, organizzazioni e individui, responsabili di aver orchestrato la crisi alla frontiera.

Così Josep Borrell – Capo della politica estera dell’UE: “Saremo in grado di prendere di mira i responsabili dello sfruttamento dei migranti vulnerabili e dell’agevolazione dell’attraversamento illegale delle frontiere nell’UE”.

Nonostante le sanzioni già in vigore, il presidente bielorusso Lukashenko non ha cambiato direzione: anche adesso minaccia di interrompere il flusso di gas verso l’Europa.

Un analista indipendente di Minsk ha detto a Euronews che l’UE semplicemente non ha abbastanza influenza economica nel paese.

Dice infatti Yauheni Preiherman – Fondatore e Direttore del Minsk Dialogue: “Purtroppo, quello che abbiamo osservato nell’ultimo anno o giù di lì, è che invece di diplomazia l’UE ha parlato solo di sanzioni. E ancora, sfortunatamente questo ha solo portato a ripercussioni negative. Quindi penso che quello che dev’essere fatto è una vera diplomazia. Ci devono essere adulti nella stanza, anche da parte dell’UE”.

Intanto, al quartier generale della Nato a Bruxelles, si aspetta che la Polonia o un altro alleato facciano scattare l’articolo 4, che avvierebbe serie consultazioni sull’azione militare.

Jens Stoltenberg – Segretario generale della NATO: “Spetta a un qualsiasi alleato della NATO invocare l’articolo 4. Penso che l’importante sia che ci consultiamo tra gli alleati della NATO che lavorare a stretto contatto con l’UE”.

Intanto, sul confine fra Polonia e Bielorussia migliaia di persone rimangono bloccate in condizioni di gelo al confine tra la Bielorussia e la Polonia.